sabato 17 novembre 2007

ricette della foresteria di Borgo Adorno

queste sono mie invenzioni però!

Zucchine alla Brogo Adorno

"borgo Adorno" è una frazione di un comune dispersa tra i monti alessandrini senza alcun negozio di articoli alimentari, così tutto ciò che si potrà cucinare è nel frigo o nella dispensa della foresteria in cui sono ospitata.
Questa settimana siamo in 3 e le altre due ragazze hanno portato delle zucchine e delle uova. Io ci ho messo della fontina mezzo dado burro pane secco grattugiato sul momento e la mia inventiva.

Le zucchine sono state affettate sottili, e messe in una casseruola con il burro disciolto.
si aggiunge mezzo dado un pizzico di sale e una tazza di acqua calda
poi si coperchia e si lascia cuocere.
quando le zucchine sono cotte si aggiungono 2 uova sbattute e la fontina a quadratini e si mescola fino a far rapprendere l'uovo e fondere la fontina. Il pane grattugiato si aggiunge eventualente se c'è del liquido da assorbire e si mescola energicamente.

e vualà le zucchine sono servite da accompagnarsi con taaanta fame!

giovedì 5 aprile 2007

Baci di Rana

baci di rana:

sappiate che per farli bene bene dovete essere invitati nel giro di poche
ore a casa di amici di domenica e desiderate non presentarvi a mani vuote,
così pensate di fare una bella crostata. Ma nel mentre che recuperate gli
ingredienti vi imbattete in una busta di mandorle tritare (200 gr) che vi
guarda con una faccina triste perchè desidera tanto essere usata. Allora vi
fate commuovere e decidete di usarla come sostituto parziale della farina.
quindi da 250 gr di farina ne usate solo 50 ( la matematica non è un
opinione ). Quindi in un bel recipiente capiente ci mettete le mandorle
felici 200 gr. la farina indifferente 50, gr 100 gr di zucchero pazzariello,
125 di burro ammorbidito e un uovo crack. Lavorate tutto con la frusta
elettrica con montate le fruste sbirignaus ( per intenderci quelle a fusillo
e non quelle che si usano per montare la panna) e nel mentre vi accorgete
che l'impasto non renderà mail per farci al frolla. mettete via la
marmellata che ormai non vi serve più a niente e convertitevi all'idea di
fare biscottini. Biscottini? perchè no dei bei baci di dama!
Allora seguite in consiglio di Meg per farli a semisfera e fare dei bei
cilindrotti di 3cm in lunghezza e 2 di diametro e li mettete in piedi sulla
teglia.
Infornate (180°C) e mentre controllate la cottura notate che i vostr
cilindretti da belle cupoline diventano dei "cosi" strani. Un po' sconsolate
tirate fuori un avanzo di uovo di pasqua al latte e lo fate sciogliere a
bagno maria. tenetelo poi in caldo.
Intanto sfornate ( avete visot che sembrano asciutti vero?) e lasciate
raffreddare quel tot che serve per far si che non vi ustioniate le zampucce
e cercate di abbinare quei cosi informi in mido che abbiamo una superficie
uguale ed uniteli con un po' di cioccolato fuso. Ma mano che li abbinate vi
rendete conto che baci di dama proprio non sono, potrebbero essere dei baci
di serva scema, ma il nome non vi sconfiffera. Allora cecate nel mondo
animale un ispirazione e trovate che i baci di cavallo non vanno tanto bene
perchè il cavallo non ha una bocca esageratamente grissa rispetto alal sua
testa e allora vi rimane solo la rana dalal bocca larga! metteli in frigo
affinchè il ciococlato si repprende per bene.

ora Baci di Dama modificati.

memori dell'esperienza dei baci di rana farete dei "cosi èiù piccoli da
mettere sulal teglia. ma partiamo dagli ingredienti. Le mandorle non ci sono
più in compenso avete li noci ed arachidi che vi attendono dalle passate
feste natalizie. mettetevi di buon cuore e pelateli circa sui 300 gr. e
tritateli . Aggiungete poi le stesse quantità di farina zucchero burro e
uova. Lavorate sempre con le fruste sbirignaus agglomertate il tutto per
bene con le mani e mettete in frigo per una notte. La mattina dopo munitevi
di martello e scalpello perchè il burro si sarà ripreso e avrà dato
all'impasto al consistenza di un macigno. fatene delle palline di 2 cm di
diametro. stessa procedura di cottura ma con somma soddisfazione notate che
mantengono un'aspetto migliore. solita prassi per il cioccolato per lla
cottura e per il raffreddamento.

pancakes

Ingredienti: 120 di farina bianca
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di zucchero di canna
2 uova
20 g di burro più altro per friggere
200 ml di latte intero
Sciroppo d’acero

Procedimento: Setacciate la farina in una terrina, aggiungete il sale lo
zucchero e formate una fontana.
Sbattete i tuorli d’uovo, aggiungete il burro e il latte a temperatura
ambiente e lavorate bene il composto con la frusta.
Incorporate al miscela nella fontana di farina e a a poco a poco per
ottenere una pasta spessa ma senza grumi. In un'altra zuppiera sbattete gli
albumi a neve e incorporateli all’impasto.
Scaldate una padella antiaderente a fuoco medio e ungetela leggermente con
del burro.
Versate l’impasto a cucchiaiate e fate dorare ciascuna faccia per circa 1
minuto.
Con queste dosi dovrebbero risultare circa 12 frittelle di medie dimensioni.
Servitele caldo con sciroppo d’acero

martedì 27 marzo 2007

cibi in tempo di guerra 1

Purtroppo la mia "memoria familiare " si è spenta tempo fa e dubito che i
miei genitori sappiano qualcosa.

Cmq una signora che conobi tenpo fa in campagna , mentre lavoravo con i
bimbi mi insegnoò una ricetta che si chiama "pesce di guerra". La ricetta
che mi ha insegnato lei vuole l'utilizzo del tonno in scatola ma suppongo
che all'epoca dura, si facesse con qualsiasi pesce trovato facendolo bollire
e passando al setaccio tute le parti commestibili.

Il pesce di guerra si fa con le patate bollite e schiacciate a cui si
aggiunge, ora, il tonno sgocciolato e passato al setaccio: se ne fa un patè
consistente a cui si dà la forma di pesce su un piatto di portata e si
ricopre di maionese.

intanto che scrivo mi sono venuti in mente due aneddoti: uno di mia nonna
nata nel 1911 e uno del nonno(o del padre) di un mio amico.

Mia nonna mi raccontò che nei tempi duri, a volte non erano necessariamente
di guerra, la mia bisnonna preparava una polenta monto consitente che
versava direttamante sul tabvole facendone una montagna, poi metteva sul
cucuzzolo le salsicche che aveva e generalmente non ce ne erano per tutti i
figli. Allora i bambini dotati di cucchiaio iniziavano a mangiare la polenta
e il primo che finendo la sua parte arrivava in cima aveva il diritto di
mangiarsi una salsiccia.

l'altro racconto invece viene dal polesine, che anche dopo la guerra è stata
una zona molto disagiata. Mi raccontò questo mio amico che all'epoca che fu
su nonno (o suo padre, non ricordo) quand'erano bambini e andavanoa giocare
stavano cmq attenti a ciò che nei campi poteva essere commestibile. Capitava
sepsso d'inverno che qualche pesce venise trovato congelato nei fossi
ghiacciati e allora veniva portato a casa dove veniva messo ad essiccare o
affumicare nel camino e usato al posto dello stoccafisso.